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THE DAY A PIG FELL INTO THE WELL
(DAIJIGA UMULE PAJINNAL)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 26 luglio 2003
 
di Hong Sang-soo con Eun-hee Bang, Eun-sook Cho, Eui-sung Kim, Eung-kyung Lee (Corea del Sud, 1996)
 
Il primo film di Hong Sang-soo fu, e continua a rappresentare un avvenimento. Per il cinema sud coreano, innanzitutto, estraneo fino a quel 1996 al concetto cinematografico di quotidianità; al sentimento che in un film si potesse condividere l'intimità - anche la più ordinaria, banale o sgradevole - del proprio prossimo.

" Il giorno in cui un maiale cadde nel pozzo" è certamente un mosaico di storie incrociate (come sempre nel cinema di Hong) fra uomini e donne ai quali è rifiutata la consolazione dell'amore ricambiato. Così, Min-jae ama e mantiene lo scrittore fallito, mentre costui è follemente innamorato di un'altra donna, sposata ad un altro; e via dicendo. Ma il film è soprattutto la trascrizione in uno spazio cinematografico del senso della favola coreana che gli ha donato il titolo. E' la storia del maiale scomparso nel villaggio e da tutti creduto caduto in un pozzo; i paesani vi si affacciano, ma il fondo non fa altro che riflettere la loro propria immagine: uno specchio banale, e arcinoto del loro disincanto, del loro sfinimento quotidiano.

L'assurdità della commedia umana non nasce naturalmente da una semplice esposizione delle situazioni. Ma dalla padronanza di uno sguardo che si evidenzia magistralmente già a partire da questo primo lungometraggio del regista. Nel contenitore di una Seoul assai meno pimpante delle insegne al neon che stemperano sui grattacieli dello sfondo,le coincidenze dettate dalla sceneggiatura, l'estrema giustezza dei dialoghi, della scelta e della recitazione degli attori si evidenziano nel taglio di una osservazione cinematografica che si rivelerà sempre più meditata con il proseguire della carriera del cineasta. Ogni dettaglio, apparentemente banale, talvolta quasi sordido nella sua quotidianità si fa allora significativo. E' l'impossibilità antonioniana di comunicare. Ma lontana da un approccio estetico raffinato o elitario, al contrario sempre teso alla ricerca della reazione immediata e naturale. Anche per questo il crocevia esistenziale di quei personaggi che si sfiorano senza mai riuscire ad incontrarsi non cade mai in uno sterile pessimismo. Piuttosto nella stanchezza che ha avuto il sopravvento sul desiderio in tutta una generazione. Nella lucida ma anche poetica constatazione che "i nostri sentimenti non dipendono dalla nostra volontà, poiché tra le parole ed i fatti esiste una dimensione assurda chiamata la vita".


   Il film in Internet (Google)

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